domenica 19 aprile 2009

“Mamiano: l’aiuto arriva da Papa Benedetto”

Dalla Gazzetta del 19 aprile 2009

Papa Benedetto XXVI ha risposto all’appello dei fedeli di Mamiano, che dal giorno del sisma che ha colpito il Parmense, il 23 dicembre, non possono accedere alla loro chiesa. La pieve della frazione è infatti inagibile a causa del crollo di una navata e di alcuni cedimenti della struttura del tetto.
Don Andrea Avanzini nei mesi scorsi aveva portato all’attenzione del Comune di Traversetolo e della Curia, anche tramite alcuni articoli usciti sulla Gazzetta Di Parma, la difficile situazione della comunità di Mamiano che, priva della chiesa, rischiava di disgregarsi,
Martedì scorso il Pontefice ha inviato parole di incoraggiamento ai fedeli, che lamentano il disagio di dover celebrare la messa stretti nella canonica o di doversi spostare nelle chiese limitrofe.
Insieme alla lettera, oltre alla benedizione apostolica, Papa Ratzinger ha inviato alla parrocchia un assegno di 1500 euro, come “segno di incoraggiamento e benevolenza”, come si legge nella lettera del Vaticano.
Un contributo a fronte delle spese ingenti che la comunità dovrà affrontare per ristrutturare la chiesa (circa 500.000 euro).
“E’ un gesto di solidarietà simbolico – commenta don Andrea – ma significativo se sommato alle cifre offerte dai fedeli nelle recenti benedizioni pasquali. Queste cifre, unite ai fondi statali che devono essere stanziati a breve fanno ben sperare per il recupero della chiesa”.


Bianca Maria Sarti

Pasqua di Resurrezione



Anche il giorno di Pasqua, come già era successo per la domenica delle Palme, la celebrazione della S. Messa è avvenuta all’aperto, sul campo sportivo dietro la chiesa.
La partecipazione dei fedeli, anche se inferiore alla domenica precedente a causa del tempo incerto e delle vacanze pasquali, è stata comunque buona, segno che i Mamianesi sentono molto il bisogno di ritrovarsi in tanti alla celebrazione della domenica.

Catecumeni ricevono i sacramenti

Sabato Santo, durante la celebrazione della veglia pasquale, Sebastian e Giannina, due giovani catecumeni, sono entrati a far parte della nostra comunità cristiana, ricevendo i primi sacramenti impartiti loro da Don Andrea nella chiesa di Bannone.

I due giovani, visibilmente emozionati, hanno dapprima ricevuto il Battesimo e subito dopo, rivestiti della “veste bianca” , Cresima e Comunione.

A far da cornice alla celebrazione, una chiesa piena di fedeli che, data la particolarità dell’evento, hanno assistito in raccoglimento e preghiera alla funzione sicuramente inusuale.

lunedì 13 aprile 2009

Giornalino di Pasqua



Beato Angelico
Noli me tangere
(1438-1446 circa)
Convento di San Marco, Firenze.
L’opera L’affresco realizzato dal Beato Angelico nel Convento di San Marco, a Firenze (cella 1) rappresenta la Maddalena in ginocchio, con alle spalle il sepolcro aperto; intorno il giardino con alberi e fiori dipinti con grande ingenuità e grazia. Il Risorto appare in una figura bianca, spirituale nel suo passo, cammina sfiorando la terra. Gesù Risorto non respinge Maddalena; le rivolge il gesto lieve della mano. «Si vedono le due mani della Maddalena e la mano di Gesù che frena: che è l’immagine che abbiamo sempre dato del possesso verginale, che tende alla totalità. Ma fino a quando questo tendere alla totalità è a una spanna dal muso dell’altro, veramente si possiede, molto di più che neanche se ci si avventasse sul muso» (L.Giussani, Il tempo e il tempio).

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PREGHIERA SILENZIOSA
Aiutami, o Signore risorto,
a sorridere alla Pasqua che celebriamo,
a non pensare a ciò che ho lasciato,
ad essere felice di ciò che ho trovato.
Aiutami, o Signore risorto,
a non volgermi indietro perché l’ieri non c’è più
se non come briciola di lievito per il pane di oggi.
Aiutami a sorridere alla vita che avanza,
sempre così ricca di sorprese e di novità.
Aiutami a sorridere alla poesia che canta nel cuore
Per spingermi alla ricerca di spazi sconfinati.
Aiutami, o Signore risorto, a sorridere ai tentativi che compio
per essere e restare creatura nuova.
Aiutami, o Signore, che sento vivo dentro di me,
perché ora so che, se vengo e sto con te, ogni giorno è Pasqua,
ogni giorno è «primo mattino del mondo».
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LA RICETTA DI PASQUA

ZUCCOTTO PASQUALE

Per lo zuccotto:
· 1 pan di Spagna da cm 24 di diametro
· 400 g di panna fresca
· 40 g di cioccolato fondente
· 40 g di canditi misti a dadini
· acqua di fior d'arancio
· Grand Marnier
Per la glassa e per completare:
· 300 g di cioccolato fondente
pasta di mandorle (marzapane): 200 g gialla, 200 g verde
· Tagliate tutto il pan di Spagna in fette rettangolari di circa cm 1 di spessore, quindi dividete ogni fetta a metà, cioè in due triangoli
· Pennellate di Grand Marnier uno stampo a forma d'uovo, e, successivamente, rivestitelo con le fette di pan di Spagna, sistemandole, una di seguito all'altra, con le punte convergenti rivolte al centro dello stampo. Spruzzatele quindi con una bagna preparata con acqua e Grand Marnier in parti uguali
· Per la farcia, montate la panna, aromatizzatela con un cucchiaio di acqua di fior d'arancio quindi mescolatela con i dadini di canditi e con il cioccolato fondente sminuzzato a mano
· Versate la farcia nello stampo preparato, coprite con altre fette di pan di Spagna, pennellate anche queste di bagna, quindi passate in frigo almeno per 4 ore e, intanto, temperate il cioccolato: riscaldatelo a bagnomaria fino a 45° poi, mescolandolo, raffreddatelo fino a 27° e, infine, riportatelo a 30°
· Con un filo di cioccolato temperato, fatto uscire da un cornetto per decorare, guarnite con un disegno a griglia il dolce appena sformato
Spruzzate poche gocce di acqua fredda nel cioccolato rimasto, poi lavoratelo con una frusta per renderlo denso e cremoso; raccoglietelo in una tasca con bocchetta spezzata e decorate il centro dell'uovo con un nastro spesso, che chiuderete con il fiocco di marzapane verde.

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FATIMA

Il 13 luglio 1917 tre giovani fanciulli, figli di modesti pastori, sostennero di aver avvistato ed interloquito con la Santa Vergine Maria, dando inconsciamente vita a uno dei più discussi ed inesplicabili misteri della religione cattolica.
Per un certo periodo di tempo i misteri rimasero noti solamente ai tre pastorelli, ma nel 1919 a causa di sconcertanti eventi, quali il decesso di Francisco e di sua sorella, Giacinta, morta per la spagnola, l’unica ad essere a conoscenza dell’oscuro segreto rimase la piccola Lucia.
La prima rivelazione emerse da un riassunto delle apparizioni, scritto da Suor Lucia su invito del Monsignor Josè Alves Correra de silva.
Lucia spiegava che l’unico segreto, rivelato a lei il 13 luglio di 24 anni prima, era in realtà diviso in tre parti, di cui però, la terza non si sarebbe ancora potuta svelare.
Di conseguenza Lucia diede al vescovo solo le prime due parti del segreto, che furono pubblicate da Pio XII nel 1942, in occasione della consacrazione del mondo al Sacro Cuore Immacolato di Maria.
La terza parte del segreto venne scritta da Suor Lucia il 3 gennaio 1944 ed affidata al vescovo di Leiria, che la consegnò a Pio XII.
Il terzo segreto, su indicazione di Suor Lucia, avrebbe dovuto essere rivelato dopo il 1960, ma Giovanni XXIII e i suoi successori, ritennero opportuno non rivelarlo pubblicamente, poiché avrebbe creato troppo scalpore.
Fu Giovanni Paolo II che il 13 maggio
2000, in occasione della beatificazione di Giacinta e Francisco, dichiarò di voler divulgare il segreto.
Nella prima visione gli esperti deducono un’allusione all’inferno, un luogo macabro e spaventoso, abitato da demoni deformi che torturano sadicamente le anime dei dannati.
In contrapposizione alle terre lucenti e dolci del Paradiso l’”infernus”è un’informe mare di fuoco, elemento nocivo ad ogni essere vivente.
A proposito della seconda parte del segreto Lucia racconta di un colloquio tra i tre fanciulli e la Madonna, la quale dice loro di una conflitto ancora più rovinoso e degradante di quello che in quel momento stava incombendo in tutto il mondo e, per impedirla, verrà lei in persona reclamare la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato.
Inoltre dice che Dio manderà un “grande segno”, cioè una notte illuminata da un’insolita luce sconosciuta che darà inizio all’epico conflitto.
Questo “grande segno” si può ricondurre ad un’inspiegabile chiarore notturno descritto nella notte tra il 25 ed il 26 gennaio 1938 da testimoni di quell’epoca.
Il terzo segreto, rivelato solo nel 2000, è stato interpretato come riguardante principalmente la persecuzione dei cristiani fino al tentativo di uccisione di un «vescovo vestito di bianco» che i veggenti di Fatima ebbero il presentimento che fosse il Santo Padre.
Come in effetti è successo a papa Giovanni Paolo II, che, durante una parata del 1981, è stato salvato dal dirottamento della pallottola sparata da un fanatico turco e diretta al suo cuore da parte della Madonna.
La storia che tutti conosciamo o per lo meno abbiamo sentito dire o solamente accennare termina con questo miracolo, ma ne siamo proprio certi?
Si racconta infatti di studiosi che basandosi sul diario segreto tenuto da Suor Lucia nei sui ultimi anni di vita ritengono di aver portato alla luce una traccia di quello che in effetti dovrebbe essere il vero terzo segreto.
Nella sua interezza infatti, il messaggi conterrebbe parole terribili sulla crisi della fede, sul tradimento di parte della gerarchia, sugli eventi catastrofici che attenderebbero la chiesa, e con essa, tutta l’umanità.
Queste, però, sono solamente teorie che certi studiosi della religione cattolica hanno personalmente elaborato.
C'è chi come loro la pensa in questo modo, ma un’altra consistente parte crede che con l’ultima rivelazione il mistero di Fatima si sia esaurito.
Solo Suor Lucia ed i suoi due compagni erano a conoscenza della verità e molto probabilmente quest’ultima si è persa con la loro scomparsa.

(Nicola Ferri)
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E’ RISORTO.

La notte di Pasqua le chiese risplendono di luci e risuonano di canti. La luce del cero pasquale ricorda che Gesù è risorto e che è Lui la luce vera della nostra vita. Il canto dell’alleluia (parola ebraica che significa “lodate Dio”) esprime la pienezza della gioia pasquale; l’assemblea dei cristiani canta a Dio e lo ringrazia perché Gesù è morto e risorto per noi. La risurrezione del Cristo è mistero di fede: solo Dio è più potente della morte e solo Lui è padrone della vita. La risurrezione di Gesù è un avvenimento realmente accaduto e a noi tramandato dai testimoni del Risorto: le pie donne (Salomè, Maria di Magdala e Maria madre di Giacomo), gli undici apostoli (compreso Tommaso), i discepoli di Emmaus e, come ci dice S.Paolo, almeno 500 uomini (1Cor 15,5).
In quel mattino, del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e le pie donne che stavano andando a completare l’imbalsamazione del corpo di Gesù (sepolto in fretta la sera del Venerdì Santo a causa del sopraggiungere del Sabato, la Pasqua ebraica), furono le prime messaggere della risurrezione di Cristo.”Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui è risuscitato”(Lc 24, 5,6). La scoperta da parte dei discepoli (per primi Pietro e Giovanni), è il sepolcro vuoto. L’assenza del corpo di Cristo è stato il primo passo verso il riconoscimento dell’evento della risurrezione. Il discepolo “che Gesù amava” (Gv 20,2) afferma che, entrando nella tomba vuota e scorgendo “le bende per terra”(Gv 20,6), “vide e credette”. Ciò suppone che egli abbia constatato, dallo stato in cui si trovava il sepolcro vuoto, che l’assenza del corpo di Gesù non poteva essere opera umana e che Gesù non era semplicemente ritornato ad una vita terrena come era avvenuto per Lazzaro.
La fede della prima comunità dei credenti è fondata sulle testimonianze di tutto quello che è accaduto in quelle giornate pasquali. Su questa esperienza del Signore risorto si basa anche la nostra fede; la nostra speranza infatti è una Persona: Gesù, il Crocifisso, il Risorto. Lui ci ama e la sua crocifissione è la misura del suo amore per noi. Ricordiamo ciò che ha detto attraverso il suo profeta: ”sul palmo delle mie mani io ho scritto il tuo nome...Tu sei mio”. Per ciascuno di noi, per la storia umana e per tutta la creazione la vita è trasformata; nel Cristo, che dopo la sua risurrezione sarà sempre con noi, c’è l’attesa di quel mondo nuovo ed eterno nel quale saranno vinti il dolore, la violenza, la morte e il creato risplenderà nella sua straordinaria bellezza. Noi cristiani desideriamo vivere già oggi secondo queste promesse e mostrare il disegno di un’umanità rinnovata, in cui tutto appaia trasformato. In questa luce, vogliamo vivere gli affetti e la famiglia come segno dell’amore di Dio; il lavoro e la festa come momenti di un’esistenza compiuta; la solidarietà che si china sul povero e sull’ammalato come espressione di fraternità; il rapporto fra le generazioni come dialogo volto a liberare le energie profonde che ciascuno custodisce dentro di sé, orientandole alla verità e al bene.
(L.R.)

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STORIA DI UN SANTO

In questo numero, vorrei parlarvi di un Santo che tutti abbiamo veduto tante volte. Chi non ricorda l’immagine austera di un “vecchio”,che con un segno di croce, salva un ragazzino a cui si era conficcata una lisca di pesce in gola? Sì, lo so, è dal 23 di dicembre che non lo vediamo, ma non per questo lo abbiamo dimenticato.
San Biagio è sempre al suo posto, ritto, sveglio, con il solito sguardo premuroso di chi sa che può guarire.
Oltre all’immagine, però, vorrei darvi qualche notizia più dettagliata su chi era e sulla sua vita.
Biagio, vescovo di Sabaste in Armenia (che l’atlante mi dice situata fra la Turchia e la Russia), morì martire agli inizi del ’300.
Senza dubbio, aveva avuto in dono dal Signore il Carisma della guarigione: operando tanti miracoli viene invocato in tanti casi di malattia, ma soprattutto per quelli riguardanti la gola.
Mi piace ricordare un miracolo molto particolare: Una vedova era stata derubata, da un lupo, del suo unico maialino. Il Santo intercede per lei e il piccolo animale ritorna sano e salvo dalla sua padrona. La donna riavuta la sua bestia, in segno di riconoscenza, portò cibo e candele al Santo, che commosso le disse: “ Offri ogni anno una candela alla chiesa che sarà innalzata in mio nome e avrai molto bene e nulla ti mancherà”.
Come sarebbe bello, che anche noi facessimo con tanta fede la stessa piccola offerta nella nostra chiesa.
Vi dico che il Santo non tarderebbe ad esaudirci, proprio perché siamo di Mamiano e Lui sa di essere il nostro protettore.
Quanto amore, quanta salute, quanta serenità potrebbe donarci, ma prima ci occorre la chiesa, perciò, noi giovani, da questo numero fin quando non avremo l’edificio ristrutturato, dedicheremo uno spazio apposito proprio per questa richiesta.
CON FEDE, TI CHIEDIAMO SAN BIAGIO DONACI UNA NUOVA CHIESA
Il Santo è ricordato come protettore degli animali in Germania “l’acqua di San Biagio” veniva data al pollame, perché non fosse sgozzato dalle volpi; è detto Santo dei fidanzati in Francia perché, nel giorno del suo ricordo 3 febbraio, le ragazze chiedevano una sua intercessione per trovare marito.
Siamo proprio fortunati ad avere un Patrono così, intercede per la nostra fede, ci guarisce, ci garantisce il cibo e ci conduce al matrimonio; pensateci bene sono i punti saldi per la felicità.
(G. B. )
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TUTTI I GIORNI LO STESSO VIAGGIO

Tutti i giorni lo stesso viaggio, andata e ritorno, Mamiano Traversetolo, Traversetolo Mamiano.
Solito tragitto, solito panorama, solite facce.
Nulla di particolare, ma qualcosa di irrinunciabile.
Alla mattina quando ancora la sonno la fa da padrona, lunghi silenzi.
Accompagnano il tragitto,si guarda dal finestrino il giorno che inizia. Si pensa un po' confusamente alla prima ora di lezione, si ripassano mentalmente le materie, si programma un po' la giornata.
Si vedono per strada quasi sempre le solite persone, chi alla fermata di un autobus, chi davanti ad un bar, chi in attesa dell'apertura di un negozio o di una fabbrica. I paesi cominciano a muoversi.
In pochi minuti arriviamo a Traversetolo, abbiamo scambiato solo qualche battuta con il nostro vicino di posto, l'appuntamento e' per il viaggio di ritorno.
Arriva quel momento dopo alcune ore, tutt'altro ambiente, tutt'altro clima all'interno del pulmino ormai logoro dai tanti chilometri percorsi.
Si ride,si scherza, si parla. Il silenzio della mattina e' un ricordo.
Il tragitto del ritorno si vorrebbe non finisse mai, e' un'allegra compagnia.
I paesi che attraversiamo un po' assomigliano a noi, la giornata e' in
piena attivita' anche il traffico
e' notevolmente aumentato, siamo in pieno giorno.
Iniziamo in modo lento e graduale a perdere passeggeri, siamo giunti a
destinazione, il rumore e il frastuono si fa sempre meno intenso. Ci siamo ora tocca me scendere, quasi mi dispiace un poco, se ne andata una parte della mia giornata,ora mi rimane quella dello studio in completa solitudine.
Peccato, ma non dovrò dispiacermi più di tanto, domani si ricomincia e, se anche sempre uguale, sarà sempre divertente.

(Martina Mazza)





BUONA PASQUA A TUTTI

domenica 12 aprile 2009

Domenica delle Palme al campo


"Una folla di 400 persone ha risposto al nostro appello per salvare la chiesa e si è raccolta nel campetto per celebrare la Domenica delle Palme".
Con queste parole Don Andrea Avanzini, amministratore parrocchiale di Mamiano e Bannone, ha commentato entusiasta l’affluenza dei fedeli alla messa di domenica scorsa, celebrata nel campetto parrocchiale dietro la chiesa, ancora inagibile. La cerimonia è iniziata presso la canonica, dove da questo inverno Don Andrea celebra la le messe domenicali. Dalla canonica poi, agitando i rami d’ulivo, i fedeli si sono spostati nel campetto sportivo dove don Avanzini insieme a Vittorio Boschi, referente parrocchiale, avevano allestito una vera e propria chiesa all’aperto, con altare, ambone, area per il coro e con i posti a sedere, che però non sono bastati vista l’affluenza inaspettata. In molti sono rimasti in piedi o hanno seguito la funzione seduti in terra o sui muretti che circondano la chiesa.
Alla messa erano presenti anche le autorità, tra cui il sindaco Alberto Pazzoni, l’assessore ai lavori pubblici Roberto Ghiretti, il capogruppo della minoranza Clemente Pedrona e i membri dell’associazione “Mamiano Insieme”, presieduta da Pietro Pasini. E poi gli animatori, i catechisti con i bambini del catechismo e un nutrito gruppo di scouts insieme ai rappresentanti della scuola materna. . Bianca Maria Sarti.
(articolo pubblicato da "Gazzetta di Parma")





Foto apparse su Parma.Repubblica.it il 08/04/09 - servizio di Sara Dacci















































venerdì 3 aprile 2009

Calendario dei riti della Settimana Santa e prossime celebrazioni

· 5 aprile – domenica delle Palme
Messa ore 11,30 nel campo parrocchiale a Mamiano

· Triduo Pasquale dal 9 all’11 aprile a Bannone:
Giovedì Santo ore 21,00: Messa in Coena Domini;
Venerdì Santo ore 15,00: Passione ed Adorazione della Croce;
Sabato Santo ore 21,00: Veglia Pasquale.

· 12 Aprile: - S. PASQUA
Messa ore 11,30 nel campo parrocchiale a Mariano


· Dal 13 al 15 Aprile: Quarantore:
messe a Bannone alle ore 8,00 e 22,00


· Domenica 26 aprile – Messa di Prima Comunione
Messa ore 11,30 a Bannone


· Venerdì 1 Maggio – Benedizione Autoveicoli
Messa ore 10,15 a Bannone


· Domenica 10 Maggio – Cresima
Messa ore 11,30 a Bannone


· Sabato 16 maggio – Festa di fine catechismo
Dalle 17,00 alle 22,30 a Traversatolo


· Sabato 27 giugno – 50° anniversario della fondazione della scuola materna “Madonna di Fatima”
ore 19,00 Messa presso la scuola materna
ore 20,30 cena di beneficenza presso le strutture dell’Associazione “Mamiano Insieme” a fianco della Chiesa con ritrovo dei vecchi allievi e insegnati, fondatori ancora viventi, soci, autorità. Sarà allestita anche una mostra fotografica e proiezione di video.


Sabato 15 agosto – Festa dell’Assunta
Ore 18,00 messa presso l’Oratorio della Fondazione Magnani Rocca



Altre iniziative estive

· 19-20-21 giugno gita parrocchiale a Nizza e Montecarlo;
· Gita dei ministranti in data da stabilirsi
· Dal 3 al 6 settembre escursione attorno alle tre cime di Lavaredo per i giovani da 15 ai 19 anni.

I Mamianesi rivogliono la loro chiesa


<Rivogliamo la nostra chiesa>.

È questo il coro unanime dei cittadini di Mamiano, che dal sisma del 23 dicembre scorso si vedono privati della loro chiesa, inagibile per il crollo della navata destra e per i danni ingenti al resto della struttura interna, in particolare alle arcate e alle volte laterali.
A richiamare l’attenzione sul problema è Don Andrea Avanzini, amministratore parrocchiale, che lamenta da un lato il ritardo degli aiuti economici promessi dalle autorità, dall’altro il graduale disgregarsi della comunità parrocchiale privata di un punto di riferimento importante.

Il timore, infatti, non riguarda soltanto l’arrivo dei fondi che si fa attendere, ma anche la loro distribuzione tra le varie situazioni di emergenza nel territorio. Vittorio Boschi, referente parrocchiale, avverte: .
La dispersione dei fedeli è avvertita da tutti i cittadini. Paolo Ronchini gestisce un allevamento a Mamiano, poco distante dalla chiesa: .
Anche Massimo Mori, che gestisce il market in centro ribadisce . In tanti si spostano in altre chiese: la sorella di Massimo, Dina, va a Torrechiara ogni domenica: . Ma per chi non può spostarsi, gli anziani, il disagio è fortissimo: . Anche Maria Emiliani che ha sempre vissuto a Mamiano rimpiange la sua chiesa: . Tiziana Cavalli, da 32 anni a Mamiano è preoccupata: .


Bianca Maria Sarti.


“Palme” all’aperto –L’altare è sul prato

Domenica alle ore 11,30 nel campo sportivo saranno celebrate le Palme. Nel prato dietro il campanile è stata allestita una “chiesa all’aperto” con altare, ambone e crocefisso in legno. Le altre celebrazioni pasquali saranno a Bannone (giovedì 9 alle ore 21, venerdì alle 15 e sabato alle 21). Via Crucis venerdì a Traversetolo alle ore 20,30; messa di Pasqua nel campo di Mamiano alle 11,30.


Il vescovo in visita - Lettera pastorale

Il vescovo della diocesi di Parma, monsignor Enrico Solmi è tornato a Traversetolo nei giorni scorsi per incontrare il consiglio pastorale zonale per raccogliere idee e suggerimenti in vista della stesura della lettera pastorale. Alla riunione, che si è tenuta in canonica a Traversetolo, hanno partecipato i rappresentanti eletti di tutte le parrocchie.


Il sindaco: “Più passa il tempo più sono a rischio le priorità”

Il sindaco Alberto Pazzoni ricorda che il Comune si è attivato già il 23 dicembre, il giorno stesso del sisma. “nelle settimane successive – dice – si sono tenuti tutti gli incontri del caso: con la Protezione Civile, i vigili del fuoco, la Provincia, la Prefettura e la Curia Vescovile. Fin da subito è apparso chiaro che Bannone e Mamiano fossero le più penalizzate. Tra le prime operazioni portate a termine dall’ufficio tecnico del comune c’è la stesura di due liste:”quella dei datti complessivi subiti da edifici pubblici e di culto (che si aggira attorno agli 8 milioni di euro) e quella delle priorità da destinare i primi fondi. Tra queste ci sono le chiese di Mamiano e Bannone, la ex scuola di Bannone (sede dei circoli la fontana e puerto libre), il cimitero di Castione e il municipio. Per questi edifici abbiamo fatto richiesta di 2 milioni. Di recente, dopo le richieste di Modena e Reggio, Guido Bertolaso capo della Protezione Civile, ha proposto di destinare 33 milioni (anziché 15) a tutti i comuni terremotati. Mi sembra, però, evidente che i loro danni non siano paragonabili ai nostri”.
Pazzoni non fa mistero della propria preoccupazione: ho grande fiducia nella Provincia, in particolare in Vincenzo Bernazzoli e Grabriele Ferrari; ma più il tempo passa più temo che i ritardi mettano in discussione le priorità che abbiamo segnalato”.